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Nutrizione

Intolleranze alimentari e aumento di peso: c'è un legame?

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empre più spesso, si sentono persone che associano la difficoltà di perdere peso con un qualche tipo di intolleranza. Ma è vero che le intolleranze alimentari fanno ingrassare?

O, comunque, esiste un legame tra le intolleranze e l' aumento di peso corporeo?

Scopriamo in questo articolo qual è la verità, approfondendo prima che cosa sono le intolleranze alimentari, quali sono manifestazioni e sintomi e in che modo vanno gestite.

Intolleranze alimentari: cosa sono?

Oltre il 13% degli italiani soffre di intolleranze alimentari: si tratta di un numero piuttosto grande, che coinvolge più di una persona su dieci.

Ma cosa sono le intolleranze alimentari?

Un' intolleranza è una reazione avversa del corpo a un particolare alimento, che non coinvolge il sistema immunitario come avviene nelle allergie alimentari.

L'intolleranza alimentare si verifica quando il corpo non è in grado di digerire correttamente un certo alimento o uno dei suoi componenti.

Le intolleranze alimentari possono essere causate da diversi fattori, tra cui:

  1. Mancanza di enzimi digestivi: Ad esempio, l'intolleranza al lattosio è causata dalla mancanza dell'enzima lattasi, necessario per digerire il lattosio presente nel latte e nei latticini;
  2. Sensibilità ai componenti degli alimenti: Alcune persone possono essere sensibili a certe sostanze chimiche o additivi alimentari, come coloranti, conservanti o aromi artificiali;
  3. Reazioni a determinati composti: Alcuni alimenti contengono naturalmente composti che possono causare problemi a certe persone. Ad esempio, solfiti nei vini o l'istamina nei formaggi stagionati possono causare reazioni in alcune persone sensibili;
  4. Problemi metabolici: Alcune intolleranze alimentari sono associate a problemi metabolici congeniti, come la fenilchetonuria (PKU), in cui il corpo non è in grado di metabolizzare correttamente un aminoacido chiamato fenilalanina, presente in alcuni alimenti proteici.

Le reazioni alle intolleranze alimentari possono variare da lievi a gravi e possono includere sintomi come mal di stomaco, gonfiore addominale, diarrea, costipazione, nausea, mal di testa, affaticamento, eruzione cutanea, prurito e altri sintomi gastrointestinali, ma anche le reazioni cutanee possono essere un segno di intolleranze alimentari.

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Gonfiore addominale

Differenza tra intolleranze e allergie

È importante non fare confusione e saper distinguere tra intolleranze alimentari e allergie alimentari, poiché le allergie coinvolgono una risposta immunitaria del corpo che può essere potenzialmente pericolosa e richiedere un trattamento diverso, spesso includendo l'evitamento completo dell'alimento responsabile.

Se si sospetta un'intolleranza alimentare, è consigliabile consultare un medico o un dietista per una valutazione accurata e per determinare la migliore gestione dei

sintomi.

Le intolleranze alimentari fanno ingrassare?

A questo punto non ci resta che fare chiarezza e rispondere a questa domanda: le intolleranze alimentari fanno ingrassare?

Uno studio pubblicato sull'International journal of obesity ha dimostrato che, assumendo alimenti oggetto di intolleranza, il corpo innesca in risposta un processo infiammatorio, come se venisse introdotto un batterio o una potenziale minaccia per la salute.

Questo processo di infiammazione stimolerebbe il pancreas a una maggior produzione di insulina e a far sì che il corpo, invece di utilizzare il cibo consumato per produrre energia immediata, lo collochi nelle riserve di grasso.

Quindi è vero che le intolleranze possono rappresentare una causa di aumento di peso?

In realtà, no.

Nonostante questa ricerca, infatti, la maggior parte degli esperti si dichiara d'accordo nell'affermare che un'intolleranza alimentare non comporti una reale difficoltà nel perdere peso.

L'aumento di peso, infatti, è sempre da ricondurre a un eccessivo introito di calorie nell' organismo.

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Aumento di peso e intolleranze: c'è un legame? 

Quali sono le intolleranze più comuni?

Le intolleranze alimentari possono variare ampiamente da persona a persona, ma ci sono alcune intolleranze alimentari più comuni riscontrate nella popolazione. Ecco alcune delle intolleranze alimentari più comuni:

  1. Intolleranza al lattosio: È la difficoltà a digerire il lattosio, lo zucchero presente nel latte e nei latticini. Questo è dovuto a una carenza dell'enzima lattasi, che è responsabile della digestione del lattosio. I sintomi possono includere gonfiore, crampi addominali, diarrea e gas;
  2. Intolleranza al glutine (sensibilità al glutine non celiaca): È una condizione in cui una persona ha difficoltà a tollerare il glutine, una proteina trovata nel grano, nella segale e nell'orzo. Questa condizione non è la celiachia, ma può causare sintomi gastrointestinali simili, come gonfiore, dolore addominale, diarrea o costipazione, e sintomi extragastrointestinali come mal di testa, affaticamento e depressione;
  3. Intolleranza al nichel: Il nichel è un metallo presente in alcuni alimenti, come frutta secca, cioccolato, cereali integrali e alcune verdure. Le persone con intolleranza al nichel possono sviluppare reazioni cutanee come dermatite da contatto o sintomi gastrointestinali come dolore addominale e diarrea;
  4. Intolleranza agli istaminici: Alcune persone possono avere una sensibilità all'istamina, un composto chimico naturale presente in alcuni alimenti come formaggi stagionati, vino rosso, pomodori e alimenti fermentati. Questa sensibilità può causare sintomi come mal di testa, prurito, rossore della pelle, congestione nasale e disturbi gastrointestinali;
  5. Intolleranza ai solfiti: I solfiti sono conservanti chimici usati in alcuni alimenti e bevande, come vino, frutta secca e frutta disidratata. Le persone sensibili ai solfiti possono sviluppare sintomi come mal di testa, difficoltà respiratorie, eruzioni cutanee e sintomi gastrointestinali.

Queste sono solo alcune delle intolleranze alimentari più comuni, ma ce ne sono molte altre.

È importante consultare un professionista medico se si sospetta un'intolleranza alimentare per una valutazione accurata e per determinare la migliore gestione dei sintomi.

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Lattosio e nichel

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